mercoledì 13 luglio 2016

Cultura, storia, estetica che conquista il National Recording Registry

TheButterflyEffect
L'album dei Metallica che ha segnato l'esistenza di generazioni di fans in tutto il mondo entra nel pantheon dell'arte americana affianco ai lavori di artisti come John Coltrane, Santana e George Carlin. 
Nel 1986 che Master of Puppets, era allora così lontano dalla corrente mainstream, che chissà quanti ci avrebbero scommesso che sarebbe stato uno dei 25 dischi scelti dal National Recording Registry of the Library of the Congress per la loro rilevanza storica, culturale ed estetica. 
I Metallica, con questo che è il loro terzo album, iniziarono ad esplorare nuove idee partendo dal background consolidato del periodo trash metal, un genere nettamente in contrasto con il pop imperante dell'epoca. Sulla copertina del disco il bianco puro di innumerevoli tombe anonime contrasta con tonalità di giallo e marrone e lo sfondo di un sole al tramonto che suggerisce l'idea di abbandono e lontananza; in alto il maestro burattinaio tende i suoi fili. Un concept nato da uno schizzo del cantante James Hetfield e realizzato da Don Brautigam, diplomato alla Scuola di Arti Visive di New York nel 1971.




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